Il diabete mellito di tipo 2 è una patologia sistemica strettamente influenzata dallo stile di vita del paziente e caratterizzata da un forte coinvolgimento emotivo dello stesso. Il momento della diagnosi può, se ben contestualizzato, diventare la spinta per la persona a eliminare le proprie abitudini malsane.
Esistono molti fattori legati allo stile di vita che possono avere una grande influenza sia sull’incidenza sia sulla gestione del diabete mellito di tipo 2 che, se corretti in modo appropriato, possono avere un riscontro positivo sull’evoluzione della malattia e sulla comparsa delle sue complicanze.
Il diabete mellito di tipo 2 è una patologia sistemica strettamente influenzata dallo stile di vita del paziente e caratterizzata da un forte coinvolgimento emotivo dello stesso. Il momento della diagnosi può, se ben contestualizzato, diventare la spinta per la persona a eliminare le proprie abitudini malsane.
Svolgere attività fisica rappresenta una forma di prevenzione per diverse condizioni patologiche. Nel paziente diabetico mantenere uno stile di vita attivo permette di migliorare alcuni aspetti della patologia e dell’approccio terapeutico.
Esistono molti fattori legati allo stile di vita che possono avere una grande influenza sia sull’incidenza sia sulla gestione del diabete mellito di tipo 2 che, se corretti in modo appropriato, possono avere un riscontro positivo sull’evoluzione della malattia e sulla comparsa delle sue complicanze.
I pazienti in trattamento con antidepressivi di uso comune hanno maggior di probabilità di aumentare di peso rispetto a chi non assume tali farmaci
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Nella vita reale, un monitoraggio continuo della glicemia in tempo reale supporta variazioni di trattamento appropriate con conseguente migliore controllo della glicemia
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Frequentare un centro diabetologico riduce la mortalità per tutte le cause, secondo quanto conclude una metanalisi italiana pubblicata su Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Disease.
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È necessario sviluppare una strategia a livello comunitario per migliorare il trattamento e la cura delle persone con diabete nei paesi dell’UE.
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Una nuova metanalisi suggerisce che gli individui con miopia mostrano una riduzione del rischio di sviluppare retinopatia diabetica o retinopatia diabetica proliferativa.
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Secondo i risultati di uno studio pubblicato su Diabetologia, la progressione della nefropatia diabetica aumenta il rischio cardiovascolare e di morte prematura, mentre la sua regressione lo riduce.
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Secondo uno studio apparso su Diabetologia, valori glicemici più elevati nei non diabetici sono associati a tassi significativamente più alti di decessi correlati al cancro.
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L’ipoglicemia grave e il diabete mellito di tipo 2 sono fattori che possono aumentare il rischio di epilessia indipendentemente uno dall’altro.
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Nei pazienti diabetici un intervento strutturato sulla gestione del peso può migliorare il controllo glicemico senza aumentare il numero di antidiabetici orali o le dosi di insulina.
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La chirurgia bariatrica è associata al suicidio e all’autolesionismo non fatale, seppure con rischi assoluti bassi, che non giustificano uno scoraggiamento generale sul trattamento chirurgico.
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In caso di arresto cardiaco in ospedale (IHCA), la presenza di diabete mellito si associa a una sopravvivenza leggermente inferiore rispetto alla popolazione non diabetica.
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Esistono associazioni longitudinali significative tra valori di emoglobina glicata (HbA1c), stato del diabete e declino cognitivo a lungo termine, secondo quanto osservato in uno studio pubblicato su Diabetologia.
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Negli anni successivi all’esordio di diabete di tipo 1 aumenta il rischio di disturbi alimentari, ansia e disturbi dell’umore, ma anche di abuso di sostanze e disturbi della personalità.
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Uno studio pubblicato su BMJ Open Diabetes Research & Care ha mostrato che vi è un elevato standard di cura del diabete nei cantoni di lingua tedesca della Svizzera.
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La prevenzione del diabete non solo può prolungare gli anni di vita, ma anche aumentare il numero di anni produttivi.
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L’uso del sistema di monitoraggio flash per la glicemia ha ridotto in maniera significativa il tempo trascorso in ipoglicemia, migliorando anche la soddisfazione del paziente.
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Nel 2015, il tasso di accessi in pronto soccorso (PS) per patologie diabete-correlate è stato del 92 per 1.000 nei pazienti di 45 anni o più.
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Molte persone con diabete tipo 2 sono anche ipertese, condizione che aumenta il rischio cardiovascolare.
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Secondo una revisione pubblicata su Diabetic Medicine, negli Stati Uniti è necessario un impegno a livello nazionale per fornire interventi integrati per la salute delle donne con diabete in gravidanza.
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Tre domande potrebbero costituire uno strumento semplice, non invasivo e poco costoso per fornire informazioni utili per prevedere il rischio cardiovascolare nella pratica clinica in persone con diabete di tipo 2.
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I pazienti diabetici riferiscono un peggioramento della loro qualità di vita (QoL) direttamente legato al potenziamento della terapia.
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La paura dei genitori che si verifichino episodi di ipoglicemia nei figli diabetici in età pediatrica è associata in gran parte a caratteristiche sociodemografiche non modificabili.
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“Impact of diabetes drugs on cardiovascular and renal disease in type 2 diabetes” è il titolo di un convegno organizzato a Roma dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) il 2 e 3 febbraio scorsi.
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Per le persone obese e diabetiche l’intervento di bypass gastrico è un’opzione sempre più diffusa, utile sia per perdere peso sia per gestire il diabete.
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L’allenamento aerobico e un allenamento per aumentare la forza e la resistenza, hanno effetti benefici sia metabolici che cardiovascolarianziane nei soggetti con diabete mellito di tipo 2.
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Il colloquio motivazionale consente di esplorare e attivare la motivazione del paziente diabetico nel cambiare stile di vita.
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Gli effetti conseguenti all’utilizzo di app tecnologiche per monitorare e migliorare il lifestyle dei pazienti diabetici sono stati oggetto di studio di una recente ricerca svedese.
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L’abuso di alcol è riconosciuto come un ostacolo alla corretta aderenza ai trattamenti farmacologici da parte dei pazienti affetti da diabete.
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La riduzione aggressiva della pressione arteriosa può ridurre gli eventi cardiovascolari nei pazienti con o senza diabete mellito di tipo 2
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Un intervento mirato al microbioma può influire positivamente sulla sensibilità all’insulina nell’uomo, secondo uno studio pubblicato su Diabetes Care.
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Secondo uno studio su Diabetes Care i diabetici hanno un rischio aumentato di ammalarsi o morire a causa di gravi infezioni rispetto alla popolazione generale.
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Pazienti affetti da lungo tempo da diabete di tipo 1, che sperimentano episodi gravi di ipoglicemia, possono almeno in parte beneficiare degli effetti del monitoraggio glicemico continuo.
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Un basso livello socio-economico si associa a un aumento del rischio di chetoacidosi in soggetti con diabete mellito di tipo 1
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Spesso non si riesce a raggiungere velocemente un buon controllo glicemico dopo la diagnosi e il trattamento non viene intensificato e monitorato a causa della cosiddetta “inerzia clinica”
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Rispetto ai coetanei non diabetici, i maschi anziani con diabete di tipo 2 hanno un rischio di fratture aumentato del 22%, in gran parte spiegato dalle comorbilità legate al diabete.
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Il controllo della glicemia tramite comportamenti alimentari adeguati risulta particolarmente efficace nel prevenire o ritardare tali complicanze e comorbidità
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Uno studio internazionale che ha lo scopo di valutare l’efficacia di due regimi alimentari dietetici specifici sulla riduzione dell’IR nei bambini resistenti all’insulina e ad alto rischio di DMT2.
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La progressione clinica del diabete di tipo 2 (DM2) può essere rallentata o addirittura fermata da un programma intensivo di controllo ponderale.
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Nei soggetti affetti da DMT2 i livelli sierici di vitamina D sono inversamente correlati ai livelli di HbA1c e il mantenimento di livelli glicemici nel range ottimale può influire sulla diminuzione del valore di MPV.
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In un articolo pubblicato su BMJ Open, un gruppo di ricercatori propone un protocollo di studio per svolgere una metanalisi di rete sull’associazione tra mortalità cardiovascolare e antidiabetici orali.
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Un’efficace autogestione è cruciale per gli adulti che vivono con il diabete di tipo 2, in quanto aiuta a mantenere il proprio benessere riducendo il rischio di complicazioni secondarie.
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Uno studio pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista Scientific Reports – Nature, ha per la prima volta definito quattro diversi fenotipi di pazienti affetti da nefropatia diabetica.
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Una recente meta-analisi pubblicata su “Lancet” ha valutato gli outcome cardiovascolari e di mortalità ottenuti con gli agonisti del recettore del Glp-1 (Glp-1Ra) in pazienti con diabete di tipo 2.
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Tra le persone di 50 anni o più che vivono con l’HIV, l’incidenza di diabete mellito è del 39% più elevata rispetto a quella dei coetanei maschi della popolazione generale canadese.
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Un recente lavoro ha evidenziato come, negli USA, nell’ultimo decennio si sia registrata una notevole riduzione di incidenza di malattia renale allo stadio terminale attribuibile al diabete (ESRD-D).
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Uno studio pubblicato su Diabetes Research and Clinical Practice suggerisce che una volta raggiunta una glicemia stabile, è sufficiente controllare l’emoglobina glicata (HbA1c) solo una volta l’anno.
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Uno studio randomizzato e controllato ha valutato una nuova strategia di intervento educazionale per aumentare l’attività fisica e ridurre la sedentarietà in pazienti con diabete di tipo 2.
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Una nuova linea guida per la gestione del diabete è stata recentemente introdotta in Italia presentata in occasione del 16° Congresso nazionale AME svoltosi di recente a Roma.
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Un recente studio prospettico ha analizzato la correlazione tra la concentrazione di metaboliti sierici e la variazione annuale della velocità di filtrazione glomerulare.
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Il diabete di tipo 2 (DMT2) rappresenta un importante fattore di rischio per la malattia coronarica. Un’ampia analisi genetica ha indagato l’eziologia del DMT2e la sua connessione alla CHD.
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È nata, in occasione della Giornata mondiale del diabete 2017, una forte alleanza tra pubblico e privato destinata ad affrontare la drammatica crescita del diabete nelle città.
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Uno studio pubblicato sull’American Journal of Nutrition ha confrontato come vari studi definissero le persone che riprendevano peso o meno dopo una variazione indotta dallo stile di vita.
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Le strategie di prevenzione primaria atte a limitare l’insorgenza di malattie cardiovascolari nel paziente diabetico, agendo sui fattori di rischio, possono essere molteplici.
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Un numero sempre crescente di evidenze cliniche dimostra come alcuni soggetti affetti da DMT2 presentano un deterioramento della funzionalità renale in assenza di albuminuria.
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Il legame tra il diabete mellito di tipo 2, obesità e resistenza all’insulina è, ad oggi, adeguatamente riconosciuto, basti pensare che l’80% dei soggetti affetti da DMT2 sono in sovrappeso o obesi.
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I pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, hanno un rischio maggiore del 40% di sviluppare la fibrillazione atriale rispetto a soggetti non diabetici.
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L’incidenza del diabete di tipo 2 (DMT2) è in forte ascesa; risulta necessario, dunque, intervenire sullo stile di vita.
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Il diabete mellito di tipo 2 (DMT2) è una patologia spesso associata ad un aumentato rischio di complicanze microvascolari (retinopatia, nefropatia e neuropatia), ma anche macrovascolari.
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I soggetti affetti da patologia diabetica, ed in particolare quelli affetti da diabete mellito di tipo 2 (DMT2), possono andare incontro a diverse complicanze croniche, tra cui quelle renali, come la nefropatia diabetica o la malattia cronica renale (MCR).
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